La maggior parte delle teorie prevedono che a un certo punto nel futuro, la materia, le strutture e/o l’universo avranno una fine. I protoni potrebbero disintegrerarsi fra circa 1050 anni secondo le teorie di Grande Unificazione. L’universo intero dovrebbe tendere a una temperatura uniforme dello zero assoluto in 10100 anni, persino i buchi neri essendosi evaporati. E il tempo stesso potrebbe avere una fine, in una singolarità implosiva di tipo “big-crunch” od un’espansione divergente che taglierebbe l’universo in pezzi sempre più piccoli fino a ciascuna particella. Se una forma di vita intelligente esistesse ancora in un tale futuro (certamente non basata sulla biologia attuale), come potrebbe adattarsi a questi limiti fondamentali?
I sistemi viventi potrebbero ottimizzare la loro ridondanza ed il loro consumo energetico, tuttavia, tali ottimizzazioni essendo finite, non risolverebbero il problema a meno che il tempo fosse infinito.
Negli scenari di singolarità di fine del tempo, la vita potrebbe tentare di rallentare il tempo fisico pensando più velocemente. Per esempio, la stessa quantità di pensiero e di esperienza di miliardi di anni di vita umana potrebbero accadere in un secondo. L’inconveniente è che l’energia necessaria aumenterebbe, ed il tempo fisico soggettivamente non farebbe che rallentare, ma non si arresterebbe. Per fare entrare l’eternità in un intervallo finito di tempo, delle durate infinitesimali dovrebbero esistere, ma il tempo sembra essere discreto alla scala di Planck, ed anche se non fosse, una quantità infinita di energia dovrebbe essere pompata nel processo “di eternità”, che dunque non potrebbe aver luogo “prima” della singolarità. Alcuni sostengono che potrebbe aver luogo “durante” la singolarità.
Dunque, come si può uscire dal sistema? Logicamente ciò dovrebbe essere impossibile. Tuttavia, il sistema potrebbe risultare più profondo e ricco di ciò che ne percepiamo oggi.
Il mio sogno preferito è quello di un “tempo secondario”, perfettamente immobile in ogni istante di tempo, nel quale la vita potrebbe tradursi.
C’è inoltre l’idea di un universo ciclico, in cui le stesse combinazioni finite di esperienza si riprodurrebbero ancora e ancora, ciò che è simile, in quanto se l’universo intero fosse ciclico, tempo incluso, allora i cicli non avrebbero luogo nel tempo, ma in un’altra variabile, così che non vi sarebbe senso nello stabilire una differenza nel tempo fra un universo ciclico o non ciclico. Lo stesso si applica se vivessimo in un multiverso come quello modellizzato dalla teoria dell’inflazione caotica, dove le singolarità sono locali ed il multiverso è composto da un’infinità non numerabile di domini inflazionari.
Così questo problema fondamentale sembra essere una domanda introduttiva circa la natura ed il significato del tempo.